giovedì 8 marzo 2012

ANSA - 08/03/2011

Ansa - 08/03/2022

Dalla riunione del Consiglio dei Ministri, durato 20 estenuanti minuti, è arrivata ufficiale la conclusione della  trattativa che una nazione intera attendeva con trepidazione: l'AS Italia è stata acquistata dall'AC Milan.
In cambio 6 milioni e la comproprietà di due primavera.
Raggiante l'ad di via Turati, Carlo Pellegatti, che nelle sue prime dichiarazioni esprime "Soddisfazione ed entusiasmo" prima di lanciare pesanti accuse all'allenatore della juventus, Moreno Torricelli, per una trattenuta in area non punita dall'arbitro in un lontano Milan - Juventus del novembre '98, al grido di "Ladri! Ladri!".

"La scarsezza dei risultati, probabilmente dovuta all'incompetenza della dirigienza, a fatto si che questa fosse l'unica soluzione possibile. Che dire, ci spiace. Ci spiace soprattutto per i tifosi, nostri primi azionatari, ma l'acqua alla nuca, i tanti infortugni e la continua competizione con i tim europei anno dato il vero e propio colpo di grazia". Così dichiara il Presidente di AS Italia, Renzo Bossi, nella prima intervista avvenuta nei pressi di Palazzo Chigi a pochi minuti dalla chiusura del Consiglio. Dietro di lui gli immancabili consiglieri e sostenitori, inappuntabili nei loro completi verde Italia.

E la squadra? I ragazzi si sono chiusi dietro ad un silenzio stampa che sa tanto di rassegnazione, un misto di profonda rabbia ed orgoglio che non sa come e dove sfogarsi. Voci di corridoio riportano l'indiscrezione secondo cui il capitano dei verdi (azzurri per i nostalgici) Matteo Renzi, appresa l'ufficialità della notizia, abbia spalancato le braccia e rivolto ai compagni le dure parole "Ah, se ci fosse ancora Silvio tutto questo non sarebbe successo".
Il più colpito dalla notizia è stato senza dubbio il veterano Gianluigi Buffon che, in preda ad un raptus incontrollabile, ha cominciato a lanciare saluti fascisti e cantare "Faccetta Nera" nella sala tv. Trattenuto a stento dai compagni accorsi in suo aiuto è stato trasportato di corsa al vicino ospedale "Don Verzè" di Rio de Janeiro.
Raggiunto dai microfoni sembra abbia dichiarato un "Io quei gesti e quelle parole non so cosa significhino, le ho viste sul cellulare di Lele Mora qualche anno fa. Non chiedo scusa, la mia carriera parla per me". Probabilmente il colpo alla testa quando era ancora un bambino comincia a farsi sentire dopo anni d'incubazione.

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