mercoledì 7 dicembre 2011

LA DISONESTA' NON È STAR SOPRA A UN ALBERO

Il fatto è che, noi che ci riempiamo la bocca con la parola "onestà", lo siamo solo perché non potremmo essere altrimenti. Non è una vocazione, non esiste nessuno "onesto" dalla nascita, l'onestà è una merda.
È come quel volantino d'iscrizione ai corsi per diventare arbitro che girano nella mia città: "Sei stanco di sederti in panchina e vedere gli altri giocare e divertirsi? Fischia loro nelle orecchie e guardali con aria di supponenza 'sti frocetti, diventa arbitro!" (ovviamente, se facessero dei volantini sull'onestà, la prima frase sul fischiare sarebbe sostituita da un più congeniale "Scrivi pipponi su repubblica e spedisci petizioni su qualsiasi cazzata ti venga in mente via mail").

È la verità: avessimo la possibilità di barare o rubare o qualsiasi altro verbo all'infinito in grado di far storcere il naso a concita de gregorio, non avremmo tutti quei "like" per ogni cazzata scritta su facebook. E non sto parlando di svaligiare autogrill o fottersene allegramente del canone rai, mi riferisco a reati come peculato, corruzione o pisciare sui guard rail in autostrada. Roba seria, insomma.

Di fatto, ogni volta che berlusconi si scopava una quindicenne ventenne o la russa veniva intervistato con il naso ricoperto da polvere bianca, tutti giù a dire "Vergogna!", "Dimissioni!" o "Perché nessuno pensa ai bambini?" mentre, si sa, dai nostri profondi e disonesti cuori un'unica e accorata voce, soffocata a forza di wiborowa e sora cesira, gorgogliava qualcosa di simile a: "Roba buona?"

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